Dedica a Romano Levi
“Faccio grappa: il sangue di fuoco, i morsi di vita, la poesia sono tuoi…”
“Faccio grappa: il sangue di fuoco, i morsi di vita, la poesia sono tuoi…”
Tutto comincia con un fiammifero e un mattino d’autunno, dopo aver visto l’estate, soffi di nuvole nere, affanni di nostalgie e ricordi.
“Scendo” dice la sorella.
Lei risponde, con voce lenta: “Resta ancora un pò a letto, è tutta la notte che ti sento muovere. Sarai stanco prima d’inizia. E non hai più l’età”
Parlano da una stanza all’altra, il muoro è sottile, hanno fatto sempre così da quando abitano nella casa in fondo al paese e di Neive vedono soltanto l’angolo, uno
Spicchio, oltre il giardino, il cancello, la strada e i segni del tempo.
dal capitolo I
La casa con il cancello e il cortile si trova nel cuore dell’operoso borgo di Neive e si affaccia sulla strada che invita alle dorate colline del moscato.
Il lavoro di Lidia e Romano è un lavoro che viene dopo: dopo la vendemmia, dopo la pigiatura, dopo la torchiatura. Dopo l’uva e il vino.
È un lavoro fatto di gesti semplici e antichi, di strumenti umili, di pazienti attese. e di amati silenzi. E di studiate parole.
“Il lavoro di Romano e Lidia è un atto d’amore”
introduzione a